È il mio paese è il nuovo mini-documentario con cui racconto il sogno realizzato dal CVTà Street Fest, la manifestazione internazionale di arte di strada che ha fermato lo spopolamento di Civitacampomarano, piccolo borgo del Molise.
Il docu-video, che ho firmato con la mia società di produzioni TUMAGA, viene presentato in anteprima esclusiva il 5 e il 6 settembre alle ore 20:30 in apertura delle due serate dello spazio CINEMA ALL’APERTO in programma al Cvtà Street Fest 2020.
Con questo documento video ho voluto siglare un sodalizio artistico e affettivo con il CVTà Street Fest, nato in occasione della prima edizione ideata da Alice Pasquini nel 2016.
Sin dal primo momento, ho creduto al progetto di AliCè, nome con cui firma le sue opere la street artist italiana e direttrice del CVTà Street Fest. Con lei, ho condiviso e ho creduto in quella prospettiva artistica e visionaria che riesce a cambiare il destino delle cose. Così, ogni anno durante le cinque edizioni del Cvtà Street Fest, ho sempre contribuito a costruire quel muro di resistenza cre_attiva che ha contrastato l’abbandono e il degrado di un’Italia troppo spesso dimenticata e svilita. Per ogni edizione del CVTà ho prodotto video reportage e spot promozionali che raccontassero in pochi minuti le peculiarità di un borgo seducente e degno di essere valorizzato.
Ogni volta ho voluto tributare il successo del festival di Alice Pasquini, capace di ridisegnare con l’arte il paesaggio urbano di un antico borgo molisano.
Nel 2018 ho omaggiato l’entusiasmo degli artisti, dei visitatori ma soprattutto degli abitanti del paese con una mostra fotografica dal titolo
Baciamo le Mano. Sui muri e per le strade di Civitacampomarano abbiamo esposto assieme alla bravissima
Alessia Di Risio delle installazioni fotografiche a tutta parte. In primo piano abbiamo messo le mani come suprema capacità di generare infinite realtà, rappresentazione tangibile dell’efficienza e necessaria operosità per la sopravvivenza, da sempre capaci di creare e distruggere.
In ogni edizione del Cvtà Street Fest, come con il più recente ‘È il mio paese’, il mio obiettivo si sofferma non solo sulle opere dipinte e sugli artisti al lavoro, ma prova a cogliere l’anima stessa del borgo. Cerco gli scorci più profondi, quelli meno noti. Li lascio raccontare alle voci di chi li abita, ai bambini che ci giocano provando a restituire autentiche cartoline senza tempo di un’Italia tutta da preservare. Faccio scorrere le immagini su mani operose, cibo fumante, visi segnati dal tempo, crepe sui muri, colori mescolati, opere maestose. Le lascio ravvivare dallo stupore dei curiosi, dall’affanno dei volontari, dal sogno di chi lo ha ideato. Provo a documentare la storia di un piccolo borgo del Molise che resiste e con orgoglio mi fa dire ‘È il mio paese’.